domenica 2 giugno 2013

Il doping

Lo sport, diversamente da quanto non si possa credere, ha uno stretto rapporto con la chimica (e con il suo conseguente sviluppo tecnologico) che si esplica in diversi settori, purtroppo quello principale riguarda il fenomeno del doping. Sebbene si sia compresa la portata di questo fenomeno solo negli ultimi anni esso ha origini antiche, tanto che già in Mesopotammia si possono ricondure pratiche "dopanti".


Innanzitutto occorre darne una definizione:

"Termine (equivalente all’ital. drogatura o drogaggio) adoperato soprattutto nel linguaggio sport. per indicare l’uso o la somministrazione illegale di droghe o psicofarmaci ad atleti o animali durante l’allenamento o subito prima della gara, per esaltarne le prestazioni agonistiche" 

<http://www.treccani.it/vocabolario/doping/> (02/06/2013)


In realtà questa definizione data dal sito della Treccani non è esaustiva poichè limita la categoria delle sostanze dopanti alle sole droghe o spicofarmaci, in realtà sarebbe più corretto annoverare tra di esse ogni qual tipo di sostanza (anche di origine naturale) utilizzata in modo illecito per esaltare le prestazioni atletiche, in questo modo si includono anche i casi di trasfusione di sangue precedentemente trattato per incrementare il carico di ossigeno trasportato.



Per quanto riguarda le origini del termine eccone un'immagine riassuntiva 


Immagine tratta da una presentazione di power point realizzata per un progetto scolastico


Per quanto concerne invece la storia vera e propria essa può essere brevemente riassunta seguendo alcune tappe:
  • In Mesopotamia era diffuso il papavero da oppio, che veniva frequentemente utilizzato proprio in virtù delle sue proprietà euforizzanti.
  • In seguito gli egiziani iniziarono a fare uso di sostanze oppiadi
  • Gli aztechi mangiavano il cuore delle vittime sacrificali credendo di poterne assimilare la forza e usavano sostanze estratte dai cactus nell’intento di migliorare la resistenza allo sforzo fisico

  • I greci mangiavano grandi quantità di carne, tra cui il cuore umano, prima delle gare, funghi allucinogeni e semi di sesamo (il cui possesso comportava l’espulsione immediata dalle Olimpiadi) per migliorare le loro prestazioni

  • I vichinghi, ricorrevano a sostanze che fornivano aggressività e coraggio

  • I gladiatori romani, prima di scendere nell’arena, erano soliti assumere una bevanda preparata con una miscela composta dal sudore dei “colleghi” risultati vincitori negli incontri del giorno precedente e dalla sabbia del “campo da gioco” che aveva accolto il sangue dei vinti

  • Con l’avvento dell’ Era Cristiana, si ha una perdita della sportività in generale; per tutto il Rinascimento, giochi e tornei, sono gli unici spazi sportivi. Lo sport per parecchi secoli non ebbe più il valore e la stessa importanza che aveva assunto presso gli antichi greci. 

  • Con la Società Industriale, il delinearsi della distinzione tra tempo dedicato al lavoro e tempo libero fece scoprire, all’uomo, nuovi spazi per se. Ciò portò alla nascita di competizioni regolamentate. Questo diede ufficialmente avvio all'attuale sport professionistico.
  • Nel XX secolo lo sport ha assunto la stessa importanza del periodo dell’ Antica Grecia. Tra i ciclisti si diffonde il consumo delle cosidette   “BOMBE”, veri e propri miscugli composti da stimolanti diluiti nella borraccia con vino e acqua. 
    Spesso si tende a considerare il doping come un semplice "artificio" per superare i propri limiti, migliorare le proprie prestazioni, conquistare fama e prestigio senza dare invece peso al fattore di rischio connesso a questa pratica. In realtà nel corso del tempo molti sono stati gli atleti che non solo hanno sacrificato la propria carriera e la propria reputazione ma hanno addirittura pagato il loro errore con la vita. Riporto di seguito solo alcuni dei tanti nomi che si potrebbero fare:
     
     
    A mio avviso, il dispiacere più grande è dato dal constatare che lo sport, visto ormai solamente nella sua veste professionistica, che dovrebbe rappresentare il divertimento per eccezione, lo svago che permette all'uomo di entrare in contatto con gli altri esseri umani dando prova non solo delle proprie abilità ma anche di avere saldi principi morali, primo fra tutti il rispetto dell'avversario, diventa invece una gabbia e una fonte di continua insoddisfazione che pone i riflettori unicamente sulle proprie mancanze e incapacità e spinge quindi l'atleta a danneggiare se stesso pur di primeggiare.



    (Tutto il materiale utilizzato in questo post è stato tratto da una presentazione di power point realizzata per un progetto scolastico)



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