martedì 4 giugno 2013

Quando l'abito fa il monaco






Questo video mostra come Federica Pellegrini sia riuscita non solo a vincere la medaglia d'oro ma anche ad abbattere il precedente record mondiale con un tempo che ha davvero dell'incredibile.
Proprio dagli strepitosi risultati ottenuti dai nuotatori a partire dalle Olimpiadi di Pechino del 2008 (ricordata per la miriade di nuovi record stabiliti) ha preso avvio un'animata discussione riguardo i costumi di nuova generazione.


Questi tessuti, il cui spessore viene ridotto del 50% consentono un altissimo coefficiente di velocità in acqua, durano a lungo essendo resistenti al cloro, indemagliabili, e asciugano in tempi rapidissimi. Il silicone attualmente consente la massima fluidità per la capacità idrorepellente. Non avendo resistenza in acqua permette di eliminare alla radice il problema dell'attrito, causato dalla superficie ruvida dei costumi. Il processo di realizzazione è realizzato a caldo, con uno stampo in acciaio costruito ed elaborato dal computer al fine di ottenere una perfetta aderenza e “specularità” della superficie a contatto con l'acqua. Le prestazioni dell'atleta migliorano anche grazie all'uso di costumi integrali per coprire quanto più possibile la superficie corporea,sfruttando la fluidodinamicità di questi tessuti al massimo.







In particolare gli scienziati della Fast Skin Revolution ritenevano che tali costumi dovessero essere banditi in quanto considerati come una forma di doping tecnologico poichè la prestazione del nuotatore veniva notevolmente incrementata grazie alla capacità del costume di far scivolare l'atleta nell'acqua della piscina.
Questa linea di pensiero ha prevalso su quanti ritenevano invece tale prodotto una novità commerciale di ultima generazione che, avendo superato tutti i controlli e in mancanza di un divieto imposto dal comitato olimpico, aveva tutte le carte in regola per essere utilizzata; infatti dopo un'analisi più accurata la FINA, pur considerando validi i record stabiliti, ha deciso di bandire tali costumi definitivamente con le nuove regole emanate nel gennaio 2010.  



"La vicenda della Fastskin Revolution offre un’ampia materia di riflessione.
Prima di tutto, è un esempio della correlazione nello sport contemporaneo tra innovazione tecnologica e prestazioni sportive. Il semplice mutamento delle dimensioni e della fibra utilizzata per l’abito indossato nelle gare di nuoto ha prodotto un impressionante miglioramento delle prestazioni atletiche rese. Il miglioramento è cessato allorché l’abito in precedenza ritenuto ammissibile è stato vietato. È anche il segno della stretta correlazione tra sport e mercato. I consistenti investimenti necessari per sviluppare una rivoluzionaria tecnologia dimostrano che anche uno sport tutto sommato non di primo piano come il nuoto può diventare  il motore di profitti su un mercato globale dove milioni di appassionati seguono le varie discipline sportive. La vicenda dei fastskin è però anche il segno della indeterminatezza delle regole che governano le competizioni sportive nella materia del miglioramento delle prestazioni."

< http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/tra-regole-e-innovazione-tecnologica-fastskin-revolution> (04/06/2013)



Questo è un esempio che dimostra lo stretto legame esistente tra tecnologia e sport proprio perchè c'è un confine sottile tra il talento dell'atleta e le possibilità strepitose offerte dalla tecnologia.
In questa particolare situazione si è scelto di fare un passo indietro, forse in onore di tutti quei nuotatori che hanno dimostrato tutta la loro bravura indipendentemente "dall'abito" indossato, tuttavia è indubbio che il progresso tecnologico è inarrestabile e porterà inevitabilmente a innovazioni che toccheranno direttamente anche questo campo. Qualunque posizione si decida di tenere a riguardo si deve però avere la consapevolezza che prima o poi dovremo lasciarci il passato alle spalle accettando quanto il futuro ci avrà riservato.


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